Passeggia con noi

Supersano – Motta Torricella

motta torricella azienda agricola agrosi

Un manipolo di soldati normanni oltrepassa una recinzione in legno, un ponte levatoglio si abbassa, superano un fossato, salgono una ripida scalinata fino a raggiungere e oltrepassare una seconda recinzione, sempre in legno, per raggiungere infine la torre di vedetta e dare il cambio ad altrettanti soldati che hanno già portato a termine il loro turno. È una giornata come un’altra nel casale di Torricella, nella Supersano del basso Medioevo; la quotidianità prosegue senza intoppi lassù, in cima alla Motta.

Il fossato non è più visibile; delle recinzioni in legno e del piccolo cortile da esse delimitato, le cosiddette Bailey, non è rimasto più nulla; della torre di vedetta più nessuna traccia. Nessun soldato perlustra più la zona, nessuno più di vedetta, nessun segnale annuncia l’imminente attacco di un esercito nemico. Solo il fruscio delle foglie di vecchi ulivi, scompigliati dal caldo vento di scirocco, interrompe uno strano silenzio piuttosto insolito per quello che doveva rappresentare un punto nevralgico per frotte di soldati. Questi vecchi ulivi sono i soli a tener compagnia ad un antico monumento, la Motta Torricella, che rassegnata al suo abbandono si erge lungo la strada che congiunge Surano a Supersano, più comunemente conosciuta come la strada dei fantasmi per via di strani “avvistamenti” che si sono susseguiti con intensità maggiore soprattutto negli ultimi decenni.

Si tratta di una struttura militare difensiva di epoca normanna, molto semplice e di rapida realizzazione, costituita da un tumulo di terra e grandi massi. Solitamente erano circondate da un fossato, dal cui scavo ci si procurava la materia prima da utilizzare per l’erezione della struttura. Erano sovrastate da una torre di avvistamento, dalla quale era possibile stabilire un contatto visivo con altre motte oltre che adempiere alla funzione di vedetta, e circondate da una o più recinzioni in legno. Al posto del torrione un secolare albero di ulivo continua a perpetuare la sua funzione di sentinella e a vegliare le chiome dei suoi simili nella rossa campagna salentina.

Delle centinaia di motte che un tempo sovrastavano i campi di tutti i territori conquistati dai Normanni, oggi ne rimangono solo pochi esemplari sparsi per lo più in Gran Bretagna e alcuni esemplari anche in Sicilia. Nonostante si trattasse di strutture altamente stabili, si sono dimostrate con il tempo anche facilmente deperibili. L’azione erosiva dei fenomeni atmosferici ha contribuito ad un lento e progressivo consumo delle porzioni superficiali delle motte fino a farle scomparire quasi del tutto se non per alcune eccezioni.

Una delle possibili, e probabilmente ricorrente, scene di vita intorno ad un motta è documentata nell’Arazzo di Bayeux, che commemora la conquista normanna dell’Inghilterra del 1066. L’arazzo raffigura un gruppo di armati “arroccati” sulla sommità di questo terrapieno, protetto da una primitiva torre, gli uomini scagliano lance e frecce su chi li sta assediando. È possibile visionare un’interessante ricostruzione della Motta Torricella in una delle sale del nuovo museo del bosco, il Mubo, allestito nelle sale del castello di Supersano, sede del Municipio.

La postazione scelta per l’edificazione della motta di Supersano, spesso erroneamente identificata come una Specchia, potrebbe essere stata in passato un punto strategico anche per messapi e romani. Il tumulo nasconderebbe tracce di queste civiltà e culture, accertabili solo con dei saggi di scavo archeologici che tardano ad arrivare.

Possiamo ritrovare delle valide testimonianze delle frequentazioni che si sono susseguite nel tempo nel casale Torricella nelle decine di frammenti di ceramiche che costellano il terreno, in particolar modo quello di un vigneto adiacente al perimetro di base della motta.

Lascia un commento