L’ecosostibilibità che arriva dal passato
Le cantine conservano tesori dimenticati, impolverati che quando meno te lo aspetti arrivano al cuore con la loro storia.
Proprio come è successo alle borse in giungo trovate ormai desuete, bellissme con i loro intrecci ricordano antiche lavorazione orami perse, se non per qualche artigiano coraggioso che porta avanti la tradizione, le donne di casa Agrosì ci hanno lasciato un piccolo tesoro, vi racconto brevente la storie e la poesia trasportano.
Le borse venivano chiamate anche SPORTE, da qui coloro che le intrecciavano venivano chiamati Spurtari, che lavoravano il giunco palustre (che cresceva e cresce a ridosso delle paludi delle spiaggia), paese salentino noto per la lavorazione del giunco è Acquarica del Capo.
Ad Acquarica del Capo è anche visitabile un importante museo sulla storia del giungo e la sua lavorazione presso Palazzo Villani – cornice ottocentesca nel cuore del paese.
Qui artigiani e artigiane lavoravano il giungo delle vicine due, e realizzavano ceste, fiscelle( usate per ricotta e formaggi), nasse ( per i pescatori) e sporte borse con deliziosi ricami colorati per le donne salentine.
Svariate varianti erano accessorio indiscusso della massaia salentina che al mercato settimanale o come per le nostre adorate zie che si recavano a Lecce per il mercato una volta al mese.
Le sporte così come le ho ritrovate in cantina avevano bisogno di essere recuperate per poter trovare la giusta luce e splendore, così le ho affidate alle cure di un’artigiana, Monica Sticchi, che di questa professione ne ha fatta una passione. Oltre infatti a reciperare le vecchie sposrte cesti, ha una sua linea di gioielli.
Agrosì – Cibo e storie- le vecchie cantine ristrutturate, offrono un angolo alle borse recuperate, ecosostenibili appartenute alle donne della nostra famiglia.
Naturalmente attraverso delle experiences organizziamo corsi di intreccio su prenotazione, oltre alla vendita dei gioielli ecosostenibili firmati Le Trame della Natura.
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